Mourne Dew Distillery: whiskey, gin, vodka e altro.

The Mournes

L’Irlanda è un luogo mistico per chi, come noi, ama il buon bere. C’è però una parte dell’isola irlandese famosa più per la sua burrascosa storia recente che per i suoi tanti prodotti d’eccellenza. Mi riferisco ovviamente all’Ulster in cui la distilleria Mourne Dew è localizzata, curiosamente a meno di 1,5km dal confine con la contea di Louth (Irlanda) e a un centinaio di km da Dublino. E’ necessario riequilibrare un po’ questo quadro a tinte fosche, partiamo alla scoperta di whiskey e irish gin!

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Nuovi gin per l’estate 2023

I cambiamenti climatici stanno ritardando l’arrivo del caldo e cresce spasmodicamente la voglia di trovarsi comodamente seduti all’aperto a godersi il tramonto. Una buona birra artigianale leggera e fresca aiuta ad apprezzare meglio questi brevi attimi di vita lontani da impegni e pensieri. Anche gli amanti del bere miscelato possono contare su una gamma sempre più ampia di gin.

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Poppels, nuovi arrivi e nuove birre

poppels mango passion

Se sei un amante delle birre scandinave e ti piacciono in particolare quelle di Poppels Briggery è il momento migliore dell’anno. In questo periodo infatti il birrificio svedese fa uscire le novità per i mesi più caldi e i nuovi lotti delle sue birre di punta. Te ne presentiamo alcune e ti diamo appuntamento sul nostro shop on line dove potrai acquistare tutte le birre Poppels ai prezzi più bassi.

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La birra artigianale italiana è morta? Viva la birra artigianale italiana!

Terra Madre - Salone del Gusto di Torino

Il settore della birra artigianale italiana è asfittico e i birrifici nostrani sembrano in debito d’ossigeno. Mentre si litiga ancora su chi sia più puro (tra i puri), i grandi eventi gastronomici epurano i nostri eroi. Possibile che sia una situazione senza via d’uscita? Non è detto. Forse la soluzione è a portata di mano, ma non ce ne accorgiamo. Il resoconto di un concorso di homebrewers in Sicilia.

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Brewdog contro le birre industriali (e contro tutti)

Cartellone pubblicitario Brewdog

Il birrificio scozzese parte nuovamente con una campagna pubblicitaria contro le birre industriali. Scopriamo insieme alcuni aspetti della nuova strategia di marketing di Brewdog, che sfrutta una debolezza degli avversari.

Cartellone pubblicitario Brewdog
Pubblicità comparativa in UK

Punk di tutto il mondo (artigianale), Brewdog è viva e lotta insieme a voi! Da qualche tempo è partita nel Regno Unito la nuova campagna pubblicitaria del birrificio di Ellon, su cartelloni stradali e pagine di quotidiani. Qual’è l’obiettivo dei fondatori James Watt e Martin Dickie? Lo scopo è chiaramente dichiarato alla fine del comunicato Brewdog, sostenere la campagna di private equity del birrificio; cioè convincere piccoli azionisti ad investire.

Già in passato ci furono malumori sulle strategie finanziarie dei due soci, in particolare mi riferisco alla cessione del 22% delle quote alla californiana Tsg Consumer Partners . La vicenda venne spiegata molto bene in un articolo del Fatto Quotidiano di Maggio 2017. Dal punto di vista legale la mossa metteva al riparo dalla possibile uscita dal novero dei birrifici artigianali; negli USA infatti si può alienare al massimo il 25%. Una parte consistente del ricavato, circa 100mln dei 215mln di sterline incassati, venne reinveistita nell’azienda stessa.

I risultati si vedono a distanza di un anno, il primo e più eclatante è il Doghouse a Columbus, Ohio: un hotel Brewdog di 32 stanze con birrificio interno e varie features. Gli obiettivi di crescita del birrificio, dunque, ci sono e vengono portati avanti con costanza. Nel 2017 gli ettolitri prodotti da Brewdog sono stati 214mila, ponendolo per esempio al di fuori della definizione di birrificio artigianale in base dalla legislazione italiana, da noi se produci più di 200mila hl perdi la qualifica di artigianale.

Il consumatore medio di birra artigianale, però, ha ancora la percezione di Brewdog come produttore craft? Il cuore del problema è tutto qui. Per questo motivo, probabilmente, la strategia del birrificio è in gran parte mediatica con particolare riguardo ai social. Una delle iniziative è appunto quella denominata Equity for punks, che punta a raccogliere capitale di rischio tra gli stessi appassionati, trasformandoli in azionisti.

Brewdog Punk IPA
Brewdog Punk IPA

Altro elemento mediatico è quello di porsi come argine a difesa del craft contro i cattivi dell’industria. In questo modo i ‘dogs’ dell’Aberdeenshire affermano due cose almeno: prima di tutto si considerano ancora artigianali, in secondo luogo si riconoscono implicitamente il loro ruolo di leader nella guerra commerciale dei buoni contro i cattivi. L’obiettivo è abbastanza facile da trovare e lo combattono con una tattica degna del grande Sun Tzu, l’autore dell’Arte della Guerra.

Il campo è apparentemente ostile, è quello familiare alle multinazionali: cartellonistica stradale e pagine di quotidiani, ma si punta a delegittimare il nemico presso le proprie truppe, se è vero che il 96% del mercato della birra UK è ancora in mano alle multinazionali del settore. In secondo luogo si usano le stesse armi delle multinazionali: i giudizi di Ratebeer, il sito internet più influente di critica birraria; anche ora che è partecipato da AB Inbev (qui un’analisi approfondita di Andrea Turco su Cronache di Birra)

Il trucco è questo, lanciare il sasso senza nascondere la mano.
Si mostrano, come pubblicità comparativa, i giudizi su quattro birre molto note nell’area britannica, senza timore di essere smentiti. In fondo è la stessa AB Inbev ad affermare indirettamente che Brewdog è meglio di Asahi (Nastro azzurro), Molson Coors (Carling) e di AB Inbev stessa (Budweiser).
Semplicemente geniale.

Brewdog sui quotidiani
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CrAk Guerrilla! Le IPA si bevono giovani (e dalla lattina)

Chiacchierando con Marco (publican di Etimuè ad Acireale) e Francesco ( organizzatore del BeerCatania) è saltato fuori l’argomento del giorno: il bugiardino applicato sulle lattine di CrAk Guerrilla.

Crak Guerrilla 40cl
Il bugiardino della Guerrilla

Una birra può avere le avvertenze per la somministrazione e le modalità d’uso, come i medicinali? All’inizio sembrava una trovata ironica, una genialata di qualche creativo del marketing del birrificio di Campodarsego. Leggendo meglio, però, viene il dubbio che i ragazzi di CrAk prendano molto sul serio i concetti scritti sulla lattina. Se le cose stanno così – e non ci sono motivi per dubitarne – leggiamo meglio e parliamone.

Le birre molto luppolate devono seguire la catena del freddo

Potrebbe anche starci, è vero che il caldo accelera i processi degenerativi e bere birre prodotte da lungo tempo finisce per affievolirne la freschezza organolettica. Nella Guerrilla vengono usati Simcoe (resina di pino e agrumi), Mosaic (pino fresco, mango, mirtillo e agrumi) e Galaxy (agrumi, pesca, passion fruit e frutta a polpa gialla). Mano a mano che ci si allontana dalla Best Before Date si dovrebbero percepire meno intense queste caratteristiche: il pino un po’ più secco, i fiori un po’ appassiti e la frutta un po’ marcia. L’obiezione però nasce spontanea: lo stile IPA non era quello dei velieri che portano birra da Londra alle Indie? Come si ripete spesso nei corsi di avvicinamento alle birre artigianali, lo stile IPA viene fuori proprio per i problemi di conservazione della birra durante i lunghi viaggi per mare. Possibile che il luppolo da formidabile conservante sia diventato l’anello debole?

La catena del freddo
Sempre sul bugiardino, CrAk consiglia di acquistare birre molto luppolate solo se sono conservate in frigo e hanno mantenuto la catena del freddo lungo la filiera distributiva. I manuali HACCP non contemplano la birra artigianale tra gli alimenti che possono sviluppare rischi e necessitano di trasporto refrigerato. Per analogia diciamo che la temperatura di trasporto potrebbero essere i +4°C previsti per latte, yogurt ecc.

Crak Guerrilla 40cl
La catena del freddo

Meglio bere dalla lattina
E’ questo il suggerimento più sorprendente: bevi dalla lattina. CrAk Guerrilla viene confezionata in isobarico, quindi senza contatto con l’aria e “dosando” la CO2 interna. Bere dalla lattina, quindi, significa bere la Guerrilla come il mastro birraio ha previsto che sia bevuta. Tracannare dalla bottiglia/lattina però significa andare contro un’interpretazione più ampia della degustazione. Quando bevo voglio sentire il sibilo dell’anidride carbonica che sfugge dal tappo o dalla latta. Il colore della birra, la velatura, il cappello di schiuma: sono tutti elementi importanti su cui si basano anni e anni di critica birraria. L’aspetto più inquietante, però, riguarda l’analisi olfattiva: mi fai un pistolotto sulla freschezza dei luppoli, sulla rispetto della catena del freddo e non mi permetti di apprezzare al meglio gli accenti resinosi di pino del Simcoe o le sfumature al mirtillo del Mosaic?

Crak Guerrilla 40cl
Le note finali

Anzi meglio non usare il bicchiere. Potrebbe essere sporco o la birra servita male. Si consiglia di “annusare la birra dal piccolo foro e contemporaneamente premere delicatamente”.
A chiusura delle istruzioni viene riportata l’email dell’ufficio reclami, per segnalare situazioni fuori dai canoni indicati per la CrAk Guerrilla.

Il mondo alla rovescia sembrerebbe, il birraio che insegna a vivere al bier sommelier o al publican.
Eppure la CrAk philosophy, rivoluzionaria e dirompente, ha i suoi seguaci. Il mondo dei beer geeks, con forte connotazione social e presenza massiccia nelle grandi città, accetta e fa sua questa  visione. Birre come CrAk Guerrilla o CrAk Neipa sono tra le più richieste e cariche di hype per gli appassionati. Il birrificio padovano è considerato come quello più d’avanguardia  e vicino a modelli inglesi e americani, nulla di strano se cerchi di affermare il suo ruolo anche con posizioni molto controcorrente.
Chissà che alla fine non abbiano ragione ….

Cheers!

TopBeer
TopBeer  … taste the difference

 

Puoi trovare le lattine CrAk in vendita anche sul nostro sito e-commerce

Hello world!

carro trasporto birra

Apre oggi ufficialmente il blog di Hiapo.
Si parlerà di birre ovviamente, ma non solo: questo spazio verrà utilizzato per far conoscere meglio la nostra attività commerciale all’ingrosso, presentandoci degnamente ai nostri nuovi e vecchi clienti con un’autointervista.

Ah, quindi un altro sito di chiacchiere?
In parte, il tentativo è quello di presentare i nostri prodotti e parlare di argomenti non sempre all’ordine del giorno altrove: magari da punto di vista leggermente più originale e sicuramente meno allineato.

Chi è Hiapo?
E’ una società che si occupa di commercializzare birre artigianali e di qualità in Sicilia e nel sud Italia.

Perchè artigianali e di qualità, non sono la stessa cosa?
No.
La definizione di birra artigianale è stabilita nella Legge 154/2016 che recita: “Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi.”

La birra di qualità, per come la intendiamo noi, è prodotta con gli stessi criteri della birra artigianale, ma può non rispettare i vincoli relativi a indipendenza da altri birrifici. Casi di scuola in Italia sono: Birra del Borgo, Birrificio del Ducato, Hibu, Birradamare, Olmaia e (forse) anche Toccalmatto.

Per sintetizzare: la legge stabilisce se una birra può definirsi artigianale o no, noi definiamo se una birra è di qualità o no. Ne trascende che non tutte le birre di qualità sono artigianali e non tutte le birre artigianali sono di qualità.

Dove si possono trovare le birre che vedo qui?
Se hai un locale e vuoi trattare le nostre birre contattaci con le modalità riportate in coda. Sarai inserito nella mailing list per ricevere i nostri listini e le disponibilità settimanali.
Se sei interessato all’acquisto diretto, vai su http://www.topbeer.it : il nostro e-commerce con una scelta più ampia rispetto ai locali e prezzi ugualmente aggressivi.

Posso intervenire negli articoli del blog?
Certamente, puoi dire la tua su qualsiasi argomento di tuo interesse

Per ogni ulteriore informazione contattaci tramite il sito.
Buona lettura